La Rettrice incontra il dipartimento di Neuroscienze

Dal 22.10.2024 al 31.12.2024

Un’occasione diretta di confronto tra i dipartimenti e la governance dell’Università di Padova. Questo era lo scopo, è così è stato, per l’incontro di lunedì 21 ottobre 2024 tra la rettrice, Daniela Mapelli, e il dipartimento di Neuroscienze, riunito in Aula Morgagni con i suoi rappresentanti tra professori, professoresse, ricercatrici, ricercatori, personale tecnico amministrativo e studentesse e studenti.

“Ringrazio, innanzitutto, per la disponibilità della rettrice, del prorettore vicario Giancarlo Dalla Fontana, e del prorettore con delega all’Organizzazione e bilancio e al personale Antonio Parbonetti, sempre tempestiva e sincera nei confronti del nostro dipartimento”, ha esordito il direttore del dipartimento, Edoardo Stellini nella sua iniziale introduzione e prima di lasciare la parola alla rettrice. La quale ha voluto rimarcare alcuni numeri dell’Università di Padova, a partire da quelli del personale docente (oltre 2.700), del personale tecnico amministrativo (oltre 2.600), dei dottorandi (oltre 1.800) e degli specializzandi di area medica (oltre 2.500). Per poi proseguire sui numeri dedicati allo stato di salute economica dell’Ateneo: la rettrice ha ricordato come “l’Università di Padova – ha detto – tra i mega atenei italiani, sia stata l’unica a non aver visto una diminuzione dei finanziamenti derivanti dall’FFO”. È il segno che le politiche relativa alla didattica e alla ricerca scientifica hanno dato i loro frutti: “Ci premiano in termine di ricevimento delle risorse”, ha aggiunto Mapelli.

Dall’Ateneo, i numeri sono poi passati a raccontare il dipartimento di Neuroscienze che ha avuto, tra i 32 dell’Università di Padova, una delle crescite maggiori in numero di ricercatori, ricercatrici, professori e professoresse dal 2016 al 2024. Il numero del corpo docente è pari a 89 persone, di questi 15 sono professori di prima fascia, 40 di seconda fascia, 7 ricercatori confermati, 9 RTDb e 18 RTDa. La rettrice, prima di cedere la parola, ha ricordato, infine, il cambiamento che si potrebbe prospettare con le modifiche di accesso ai corsi di laurea di area medica con l’abolizione del test di ammissione e delle sfide, conseguenti, sull’organizzazione ed erogazione della didattica.

Da parte sua, il direttore del DNS, Edoardo Stellini, ha ricordato come “si sia di fronte sempre più importanti nell’organizzazione della didattica”. E ha poi proseguito, illustrando la storia del dipartimento e la sua mission: la Head-Neck medicine, cioè la diagnosi e cura dell’encefalo, del complesso cranio-facciale ed odontostomatologico, delle vie aerodigestive superiori e organi di senso, comprese le basi morfologiche, gli aspetti ricostruttivi, riabilitativi e bio-ingegneristici.

Stellini si è poi soffermato sull’attività assistenziale, sottolineando “i suoi punti di forza con 11 unità operative complesse e 4 unità operative semplici e il numero, importante, di interventi effettuati ogni anno”. Si parla di oltre 390.000 interventi ambulatoriali e oltre 18.000 in sala chirurgica per un totale di quasi 421.000 prestazioni erogate in totale: “Numeri – ha spiegato ancora Stellini – che sono in costante crescita”.  Sono stati sottolineati, infine, i lavori nell’ambito della ricerca scientifica con 53 progetti di ricerca approvati per un totale di quasi 11 milioni di euro in finanziamenti. La chiusura è stata dedicata all’offerta formativa e post graduate con numeri molto importanti all’interno dell’area medica dell’Università di Padova (1 corsi di laurea magistrale a ciclo unico, 9 corsi di laurea triennale, 10 scuole di specializzazione, 16 master, 5 corsi di perfezionamento, 1 corso di aggiornamento professionale e uno di alta formazione).

Con quale visione per il futuro del dipartimento? Essere una struttura di riferimento in ambito nazionale ed internazionale per lo sviluppo e la promozione dei percorsi terapeutici in ambito di Head-Neck medicine; sviluppare una ricerca innovativa, traslazionale ed interdisciplinare nell’ambito delle neuroscienze che spazi dalle discipline di base a quelle cliniche e chirurgiche, riabilitative e bioingegneristiche; essere centro di formazione di didattica innovativa su tutti i livelli con una forte connotazione strutturale territoriale ed una marcata attenzione verso l’aggiornamento continuo post graduate e l’internazionalizzazione; promuovere, nella popolazione, una coscienza volta alla prevenzione delle patologie e diffondere una conoscenza delle possibilità terapeutiche assistenziali del settore facendo del DNS un punto di riferimento a cui rivolgersi. E con quale missione? Ampliare l’offerta terapeutica innovativa nell’ambito delle strutture dipartimentali e diffonderla in ambito territoriale attraverso lo sviluppo di reti assistenziali interaziendali – Esperienza di centro Hub; offrire approcci diagnostici e terapeutici di avanguardia grazie ad un’attività scientifica di altissimo livello e potenziando la collaborazione internazionale nella ricerca; garantire una didattica di eccellenza anche attraverso strumenti innovativi/blended adeguandola alle richieste del mondo reale e potenziandone le attività di internazionalizzazione nonché l’offerta e la fidelizzazione professionale post-graduate; promuove degli aspetti culturali trans-disciplinari attraverso dialogo con la cittadinanza nei diversi aspetti della Terza Missione costituendo un vettore di informazione per la tutela della salute.