Da un EEG potenziato nuovi passi in avanti per diagnosi e cura di Parkinson

Nuovi passi in avanti per lo studio sulla malattia di Parkinson. Lo studio Cortical Functional Connectivity Changes in the Body-First and Brain-First Subtypes of Parkinson's Disease, pubblicato sulla rivista scientifica Movement Disorders e condotto in collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, il Padova Neuroscience Center e il Laboratorio di Neurofisiologia clinica del Policlinico Tor Vergata Roma, ha analizzato come la presenza di eventuali disturbi del sonno possano precedere, anche di molti anni, i sintomi motori caratteristici del Parkinson.

Questi segnali, spiegano i ricercatori, tra cui - per il Dipartimento di Neuroscienze – i professori Angelo Antonini e Andrea Guerra, corrispondono a differenti attività cerebrali, individuabili con largo anticipo attraverso una pratica non invasiva come l’elettroencefalogramma potenziato. Lo studio si è focalizzato, in particolare, sui pazienti affetti dal Disturbo comportamentale del sonno REM (RBD – Rapid-Eye-Movement Sleeep Behavior Disorder) quale marker per il Parkinson.

Studi di questo tipo e il loro successivo avanzamento saranno utili per migliorare la diagnosi anticipata della malattia di Parkinson, soprattutto grazie a test clinici rapidi e non invasivi. La speranza è quella di poter riconoscere i segnali il prima possibile e avere così più tempo per terapie nuove e protettive.